A Zalàn Tibor
amici miei: abbiamo commesso l’unico peccato possibile
è tempo di prendere l’ultima dose di antidolorifico –
ancora oggi
ME NE ANDRO’ ANCORA OGGI grugava la tortora
selvatica
ancor’ oggi ci procureremo una nazione, bella, grande.
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signori miei è ora della chiusura E’ QUESTO NON E’
UN ESERCIZIO LIBERO
dalle nostra dita s’è
s
c
i
v
o
l
a
t
o il bicchiere vuoto non sapevo
raccontare: l’errore di prospettiva non è la stessa ma
correlativo
I leoni hanno leccato pulita la tastiera le puttane
si son messe in fila davanti al nostro sorriso da sbronzo
LIBERTE’! E’GALITE’! LIBERTE’!
Questa non è una caffetteria, questa non è Parigi
non portiamo le donne
Parigi non c’è astrazione
Nessuno cerca l’agnello con il vello d’oro
Dunque
§ le statue resistono a tutti gli errori
§ hanno scoperto tutti gli altarini
SENTIVO
che avrei dovuto sellare il mio aeroplanino lo so
letterato o cacciatore di teste lo so è quel che diventerò
Con noi: Grande – Europeo piccolo Cimitero Comunale
Ungherese: Senza di noi
E’ dentro di noi deragliano i treni lunghi
ubriachi sconosciuti ci benedicono con voce rotta
bisognerebbe credere
credere a qualcosa andremo con la carrozza
fischiettando vedete andiamo fino a Parigi - -
la nebbia dell’alba cade sulla nostra testa rialzata
Settembre 1985.