Sebestyén Péter: La quarta elegia di Bornholm (Negyedik bornholmi elégia in Italian)
Negyedik bornholmi elégia (Hungarian)Szikla sziklán remeg. Emlék és feledés feszít Megint ugyanúgy: az elhagyott kőfejtők összes A földeknek vége itt. Nem tanítható a szél, a kő,
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La quarta elegia di Bornholm (Italian)Roccia su roccia vibra. Memoria e l’oblio son ancorati dentro. E’ tornato a casa? E’ arrivato? La morte eterna delle stagioni è insondabile. Il tempo inquieto scorre via sulla sua pelle. Era la volontà di un sasso lanciato (o di un altro mondo diversamente perfetto) che una valanga voltolava insù, ingiù -
Neanche il mare rumoreggiare ormai. E’ sempre lo stesso: plasma di nuovo i sassi delle pietraie abbandonate, che – è un incantesimo questo! – non fabbricano né certezza, né aritmetica stupenda, solo,tutti gli istante spalancati, del’una volta - esistita realtà - La materia non – processabile lo tiene abbracciato.
Le terre finiscono qui. Al vento, alla roccia, all’erba non si può istruire nessuna voce umana, l’uomo è felice cosi. Si getta nella notte canora, emergente dalla spuma.
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