Lasker-Schüler, Else: An Apollon
An Apollon (German)Es ist am Abend im April. Der Käfer kriecht ins dichte Moos. Er hat so Angst – die Welt so groß!
Die Wirbelwinde hadern mit dem Leben, Ich halte meine Hände still ergeben Auf meinem frommbezwungenen Schoß.
Ein Engel spielte sanft auf blauen Tasten, Langher verklungene Phantasie. Und alle Bürde meiner Lasten, Verklärte und entschwerte sie.
Jäh tut mein sehr verwaistes Herz mir weh – Blutige Fäden spalten seine Stille. Zwei Augen blicken wund durch ihre Marmorhülle In meines pochenden Granates See.
Er legte Brand an meines Herzens Lande – Nicht mal sein Götterlächeln Ließ er mir zum Pfande.
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Ad Apollo (Italian)È la sera d’aprile. Il coleottero striscia nel muschio fitto. Ha così paura – il mondo così grande!
I vortici del vento litigano con la vita, Devotamente placida tengo le mani Sul mio grembo vinto di pietà.
Un angelo giocava lieve sui tasti azzurri, Lontano dissolta fantasia. E tutti i pesi dei miei carichi Si trasfigurarono leggeri.
Di colpo mi fa male il mio orfanissimo cuore – Fili insanguinati spaccano la sua quiete. Due occhi scrutano feriti attraverso il suo involucro di marmo Il mare del mio palpitante granato.
Un incendio appiccò nella terra del mio cuore – Nemmeno il suo divino sorriso Mi lasciò in pegno.
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