Weöres Sándor: I magiari (Magyarok Olasz nyelven)
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Magyarok (Magyar)Ezer évig a Duna partján ültem és sírtam. Ekkor egy iszapgöröngy a talpam alatt megmozdult síkosan, varangyos sár, fölém hajolt és szeliden köszöntött:
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I magiari (Olasz)Per mille anni stavo seduto a piangere sulla riva del Danubio. In quel momento, sotto i miei piedi si mosse una zolla di limo, viscida, fango ripugnante, si chino su di me e mi salutò mitamente: - Guardami! Ti riconosci? Sulla sponda del fiume irto di spine, sotto i raggi spietati del sole e nella nebbia rabbridivita, nel bagliore: giaceva frusciando sotto i miei piedi, il peso morto della schiuma, una spalla sgravata vicino a me, la mia donna, su di noi una tenda aveva innalzata, ma la vedevamo solo noi, dalla sabbia della riva aveva cotto delle focacce, mentre il mio cane pastore, in una larva nera colorata, come un Dio eterno, gridava alla luna cangiante, su di me il petto di pietra di Esztergom e di Visegràd rombava, la gente variopinta di Szentendre ma colui che per mille anni non avevo neppure notato, ecco che si china su di me, al posto del viso, obnubilazione e le battute falcate della schiuma, nient’altro, ed io piangevo ancor di più, perché – supponevo – son scaturito dal sangue vivo, come gli animali. Ci prese per mano, ci condusse: il nostro piccolo gruppetto, aveva lacerato i contorni rossi proiettati sulla riva, del cupamente fumanti lampioni della rada. Abbiamo raggiunto il traghetto nel buio, ai piedi del ponte distrutto.
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