Il bianco, colore del lutto,
il nerume lavato nell’acqua dalle
lacrime salata.
Il colore delle braccia, cosce, colli delicati,
e dei ventri freschi a forma di luna,
dove puoi riposare la testa,
stare in ascolto nella tristezza.
Il rosso è il bel colore dei trombi,
delle vene e dello strepitare.
Il tornante rosso che si perde nel blu
salendo sul monte;
ma sotto, non vi è nessuna monte.
Il griggio è come il vapore
dei motori morenti;
chiassoso e di cattivo odore.
Il colore viola è un sentiero segreto,
dove vestito di giallo,
marciano in tanti.
Stivali al posto dei piedi,
un’arancia al posto della testa,
un’arancia ardente e terrorizzata.
Mentre il marrone è a forma di sfera,
aggrinzito come il collo della Terra.
Il verde è invece un cerchio sottile,
per non far trabordare il mare,
- quel mare furibondo
fumo, zolfo e afflato
non possa prigionarsi,
quando il Padreterno
è restio a vigilare.