S’introdotto di soppiatto nel mio dominio
calpestando l’erba del mio luogo di riposo,
aveva messo delle esche sotto i miei alberi
mi spiava di nascosto appollaiato tra i rami
primo giorno l’avevo evitato
anche il secondo e il terzo giorno
non per codardia solo perché mi nauseava
avevo evitato per altri tre lunghi giorni
ma al settimo giorno m’ero stufato dell’infamia
di colui che dal suo nascondiglio mi spiava
e insieme al sole nascente sono uscito
dal fitto degli alberi in mezzo la radura
uno scambio fulminante degli sguardi
gli vomitai addosso il mio disgusto mortale
su colui che aveva tirato il grilletto
quel secondo tra il suo gesto
e la detonazione è stata la mia vita