Al suon di musica lenta
sfilano via le lappole dell’estate.
Nel brusio precipitante della
bonaccia, neppur’ un canto s’eleva.
Aspettiamo pietrificati
nelle ferite congelate
mentre l’acqua ciangotta
e la palude invoca.
Certo potrei dire che
il cuore si preparava
a questo momento.
Che non soccomba
che resista a ciò
che lo invoca.
Solo gli animali
s’aggirano impettiti,
taluni nuotano ancor’
poi s’inabissano.
Stai seduto in silenzio
fissando il niente?
E’ sufficiente?
Sei quel che sei?
Perde colpi il cuore?
O solo la mente?