Ci sono delle notti diverse
mi sdraio silente nella cavità di via Tövis 7
a Budapest II. apoggio le piante dei piedi sulla
piastra della cucina elettrica lucidata a nero
infilo la testa
nell’enorme piumino da dove turbine di neve
si riversa
Sul pero la zingara sta appostata
la signora Irén la portinaia mi avvisa
le tapparelle
devo tener le abbassate anche di giorno
Ai bordi del lavandino nel bicchiere di plastica
sonniferi bianchi spumeggiano
e vicino perfette
taglienti lame di wilkinson sparpagliate
Nella pancia della montagna di vetro i fantasmi
stanno già macinando le mandorle nere
Vác vicolo Galamb 6
Che significa ciò.
Violazione di proprieta privata
processi giudiziari ordine di comparizione
proscioglimento giudiziario condanna per
emigrazione illegale furti
Processi per un’abitazione di cui
le finestre danno sul Danubio tra le sue volte
rondini svolazzano nei pergolati uccelli
beccano l’uva sul parquet spaccano il legno
sui tappeti persiani mangiano sardine
qualche volta
un selvatico fiore giallo fila vicino a me
nel suo calice soldati narcisistici stanno seduti
nudi con la cintura e cartucciera
volano
granati
ciascun scoppio illumina un cerchio di luce
aureola di gloria su di me.
E a New York quattro anni più tardi
quando
dalla cinquantaseiesima strada passai alla
cinquantaduesima strada una serata fredda
ventosa
e il tetro teschio granitico della città amata
come una piccola divinità – che avevano vestito
di pelle umana i vestiti allacciati con le ossa
dal dorso della mano un’altra mano penzola inerte –
mi aveva rialzata in alto nel mezzo di un triangolo
magico fatto di Cartelli pubblicitari gemelli
di diamante e di un quadro di Russeau.
Allora
ho invertì nuovamente il mio cammino.
Arsura tra limonaie
cedri sulle rocce costiere
tra piccoli
animali canterini
E la fedeltà di cui epigrafi scritti con la china sono
la testimonianza dentro un liso e col drago decorato
astuccio di pelle, all’interno di un contenitore di
pettine appartenente a una prostituta di nome TUI.
Bandiere al confine.
Nella mia testa vagoni grassi neri di fulligine filano
tra
Vác e Budapest Budapest e Vác
baracche di legno sospette stamberghe scure
con gli animali razzolanti
e con i semi celati nella terra
da dove insalate spunteranno
Verdi figli di Dio
aggrappati con le radici sotto terra
al santuario.